A volte tendiamo a dare per scontato quello che abbiamo sempre sotto gli occhi. Poi, fermandoci a pensare, ci rendiamo conto che merita di essere portato all’attenzione degli altri perché “qualcosa da dire, in fondo ce l’ha”.
È quello che è successo a noi poco tempo fa, quando abbiamo deciso di tenere un webinar sul confronto tra la traduzione audiovisiva e quella brevettuale, i nostri due principali settori di specializzazione.
Il concetto dal quale siamo partiti per cercare un terreno comune è fondamentalmente questo:
“Il testo in generale non esiste in se stesso, esso è inevitabilmente incluso in un contesto (storicamente determinato o convenzionale). Il testo esiste come contragente di elementi strutturali extratestuali, è legato ad essi come i due termini di un’opposizione […]” (Lotman)
Ed è proprio su questi elementi e sulle convenzioni relative ai due settori che abbiamo basato la nostra comparazione.
Si è trattato di una chiacchierata senza pretese, come ci piace definirla, tra una dialoghista e una traduttrice brevettuale che hanno discusso su due mondi agli antipodi, cercando di metterne in risalto le molteplici differenze e di individuare anche le analogie, che sebbene siano poche, esistono.
Così abbiamo analizzato le due tipologie di traduzione alla luce delle varie strategie adottate: ad esempio, se ci sono errori nel testo di partenza, nei brevetti vanno quasi sempre mantenuti e segnalati in nota, mentre nell’audiovideo vanno sempre corretti, per garantire la coerenza del discorso e l’accuratezza dei contenuti.
Proseguendo con la chiacchierata, abbiamo preso in considerazione l’approccio alle ripetizioni, acerrime nemiche del dialoghista e fedeli alleate del traduttore brevettuale. Lo stesso si può dire dei CAT tools, il cui uso è impensabile nella traduzione audiovisiva, a meno di non voler sortire un effetto tragicomico, mentre costituisce un valido ausilio in quella brevettuale.
Per quanto riguarda le analogie, ne abbiamo identificate principalmente due: le immagini e le ricerche, non solo terminologiche, fondamentali in entrambi gli ambiti.
Questo confronto è stato utile in primis per noi, perché ci ha permesso di guardare nuovamente con occhio clinico e critico gli automatismi acquisiti nel corso degli anni.
Come sempre, spiegare un concetto a qualcun altro è il modo migliore per ribadirne l’importanza anche a se stessi.