“Non riesco più a pensare al linguaggio in termini di lettere e parole; mi vengono in mente, piuttosto, alberi alti, minuscoli semi e rami fioriti, che crescono lenti ma sicuri attorno a noi, mentre vaghiamo per il mondo cercando di imparare come dovremmo vivere.”
Ella Frances Sanders
“Quante volte, a una festa, ci siamo sentiti come un polpo in un garage? Magari si potesse sempre pattinare su un panino ai gamberi! E la volta che ci siamo innamorati come un calzino del postino? Dal Ghana alla Finlandia, dall’India alla Colombia, gli esseri umani esultano, fanno troppe cose allo stesso tempo, perdono il filo del discorso, si desiderano ardentemente. Cambiano solo le immagini, le frasi per esprimerlo con calore e fantasia. In certe terre si evocano foreste, in altre l’acqua del mare; in Giappone si parla di gatti, in Brasile di caimani. Come semi portati dal vento, i modi di dire raccolti in questo libro donano associazioni nuove a emozioni eterne, svelando qualcosa degli altri e qualcosa di noi; e nuove pianticelle fioriranno nel campo magnifico degli incontri e delle differenze.”
Tagliare le nuvole col naso è una carrellata di modi di dire dal mondo, ciascuno accompagnato da un’illustrazione ad opera della stessa autrice e da una traduzione di Ilaria Piperno, che ha curato anche l’edizione italiana di Lost in Translation, un’altra perla pubblicata da Marcos y Marcos.
Ogni detto è corredato da una spiegazione che lo colloca nel contesto culturale e linguistico in cui nasce, fornendo a chi legge le coordinate per comprenderlo appieno, malgrado l’effetto straniante della traduzione “parola per parola”. Un punto di partenza che stuzzicherà l’appetito di chi, come noi, non sa resistere alla tentazione di approfondire.
Per chi traduce, i modi di dire sono nodi da sciogliere. Quante volte, infatti, ci imbattiamo in espressioni idiomatiche che richiedono ricerche accurate o comunque uno sforzo in più per trovare un’equivalenza nella lingua di arrivo? Non bisogna però dare per scontato che esista, perché dal confronto interlinguistico emergono diversi gradi di corrispondenza, che può essere totale, parziale o, ahinoi, pari a zero.
La trasposizione dei modi di dire da una lingua all’altra è un lavoro stimolante, una sfida in cui non sempre è possibile trionfare, perché nel passaggio tra culture, a volte ci imbattiamo in termini o espressioni che non hanno un corrispettivo calzante e dobbiamo… alzare le mani. Sono rarissimi i casi in cui una resa letterale può funzionare. Sicuramente, però, come tra le pagine di Tagliare le nuvole col naso, può suscitare ilarità e una buona dose di stupore misto a curiosità perché “è bizzarro e meraviglioso allo stesso tempo accostarsi alle espressioni idiomatiche di altre lingue”.
“I modi di dire […] sono più della somma delle loro parti” e sfogliando questo libro, se ne scoprono alcuni stralunati quanto affascinanti. Il titolo viene dal serbo: “Se tagliate le nuvole col naso allora siete tronfi, compiaciuti, addirittura vanitosi.”
Per darvi un’idea del ritmo di questa interessante narrazione, vi lasciamo con un estratto tra i più significativi:
“Molti detti possono suonare stranissimi, tradotti in un’altra lingua, ma quelli romeni possono essere davvero spiazzanti e, senza una spiegazione, non c’è verso di comprenderli. In compenso sono bellissimi. […] I romeni non si sorprendono, si sentono cascare la faccia […]; non perdono il controllo, ma rovesciano la senape […]. Non vi diranno di non perdere tempo, ma di non star lì a sfregare la menta […], e un romeno non vi mentirà, ma vi venderà ciambelle […] E così via, di meraviglia in meraviglia”.
È proprio il caso di dirlo: lingua e Paese che vai, modo di dire che trovi. E allora buona traversata tra le espressioni (più) idiomatiche del mondo.