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La terribile lingua tedesca

– In fondo, anche il tedesco è meglio della morte.
– Beh non saprei, dipende dal genere di morte.

Per tutta la vita Mark Twain ebbe un rapporto complicato con la lingua tedesca. Provò più volte a impararla, ma non riuscì mai a ottenere un livello di padronanza tale da soddisfare le sue raffinate esigenze espressive. Alla fine si convinse che il problema non era suo, ma del tedesco.

Così si legge nella seconda di copertina de La terribile lingua tedesca, una raccolta pubblicata per la prima volta in traduzione italiana dei testi scritti dallo stesso Twain sul tedesco, o nei quali al tedesco viene riservato ampio spazio.

È il traduttore, Dino Baldi, a guidarci in questa lettura originale che farà sorridere chi conosce il tedesco o ha la passione per questo “idioma selvaggio”, il cui inventore, secondo Twain, “si è divertito molto a complicarlo in tutti i modi possibili e immaginabili”.

Scorrendo questo libro edito da Quodlibet, a tratti si ha l’impressione di leggere un compendio di aforismi: “Alcune parole tedesche sono così lunghe che hanno una prospettiva” o “In tedesco, tutti i sostantivi cominciano con la lettera maiuscola. È una buona idea, e le buone idee in questa lingua fanno davvero una gran figura, perché ce ne sono pochissime”, per riportarne solo un paio.

Illustrate le assurdità e i difetti del tedesco, Twain ne elenca anche i pregi, come ad esempio, quello “di scrivere le parole come si pronunciano”, o quello di vantare parole “straordinariamente efficaci”.

Dopodiché l’autore si affretta, però, a sottolineare e motivare l’impellente necessità di riformare questa lingua: “I miei studi filologici mi hanno dimostrato che una persona dotata è in grado di imparare l’inglese in trenta ore, il francese in trenta giorni e il tedesco in trent’anni: è dunque evidente che si tratta di una lingua che ha bisogno di essere semplificata e rimessa in sesto. Se dovesse rimanere così com’è, converrà archiviarla rispettosamente fra le lingue morte, perché solo i morti avranno il tempo di impararla”.

Non vogliamo svelare troppo e lasciamo che siate voi a scoprire in autonomia quali sono gli otto suggerimenti di Twain per riformare il tedesco e a scoprire il modo rocambolesco in cui è stato in grado di impiegarlo secondo quella che definisce “drammaturgia linguistica brevettata universale e intercambiabile”.

Dulcis in fundo, a chi traduce, consigliamo una chicca finale: “Gli orrori della lingua tedesca”, la traduzione di una traduzione eseguita dallo stesso Twain di un proprio discorso tenuto in tedesco, e che Dino Baldi a propria volta “traduce […] cercando di restituire in qualche modo la studiata sgangheratezza dell’originale” in quello che appare come uno stralunato e divertente telefono senza fili (logici).