Oggi, per #traduzioneacolazione vi serviamo una piccola pubblicazione che ha suscitato la nostra curiosità, ovvero Fare il punto – Note serie e semiserie sulla punteggiatura AA.VV., realizzato dalla Scuola Holden di Torino ed edito da DeAgostini nel 2007, in allegato al fascicolo di “Scrivere”.
Nell’arco di 60 pagine gli autori (Alessandro Baricco, Enzo Fileno Carabba, Luca Doninelli, Ernesto Franco, Michele Mari e Dario Voltolini) passano al vaglio i vari segni di interpunzione, dando a intendere che “la punteggiatura […] non si limita a ‘regolare’ il testo: ne è una parte fondamentale, ne costruisce il senso, a volte lo stravolge”.
Questo piccolo volume non è un manuale, ma “un libro curioso e divertente” in cui “Dario Voltolini ti farà conoscere il Signor Svirgola, e celebrerà i tre puntini più famosi della letteratura italiana. Alessandro Baricco, parlando del punto e dei due punti, mostrerà tecniche di respirazione (e di apnea) della pagina. Scoprirai che quando Luca Doninelli pensa al punto, gli viene sempre in mente il colonnato del Bernini (che è un movimento fatto di punti fermi). Michele Mari ti introdurrà all’ambiguo punto e virgola: lusso retrò che lo scrittore” (e con lui chiunque traduca) “ha il sacrosanto diritto di prendersi […]. Enzo Fileno Carabba, parlando delle virgolette, finirà, ovviamente, per parlare del dialogo”.
Il punto (!) di vista esposto è quello di chi scrive, che però, spesso coincide con quello di chi traduce. In traduzione, infatti, è fondamentale capire i meccanismi linguistici alla base della punteggiatura e dell’uso che ne viene fatto nel testo di partenza. Questo permette di cogliere e rendere al meglio le sfumature nella lingua di arrivo perché “i segni di interpunzione appartengono allo strato profondo di un testo, al suo movimento”.
In particolare, la nostra attenzione è stata catturata dal capitolo dedicato alla virgola, definita da Dario Voltolini come “il segno di punteggiatura più elastico che abbiamo, […]. La virgola ama essere impiegata in modo eretico, […] a patto che chi la usa sappia che cosa sta facendo”. L’autore ci segnala “uno spazio che […] si è aperto […] nei pressi della virgola, dentro cui collassano […] situazioni sonore, sintattiche, logiche, espressive, ritmiche. Lo spazio si è aperto fra le maglie della norma grammaticale che regola l’uso della virgola”. È proprio in questo spazio che si inserisce la prospettiva di chi traduce, e nello specifico, di chi adatta, perché spesso e volentieri, adattando i copioni dei prodotti audiovisivi, ci capita di dover forzare la mano alla norma grammaticale, sfruttando proprio la versatilità della virgola, ad esempio per accompagnare la lettura di chi doppierà determinate battute.
“Bisogna essere sensibili alla punteggiatura, soprattutto quando la si vuole strapazzare” o se la si vuole restituire nel modo più consapevole a chi fruisce di una traduzione.
In definitiva, “niente è come sembra in questo libretto. O almeno, niente è solo quello che sembra. Non solo un saggio, non solo un manuale.”
Buona lettura, e buone traduzioni!