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La babysitter e altre storie

La babysitter e altre storie è una raccolta di racconti di Robert Coover, autore statunitense definito dal fumettista Alan Moore “uno dei più grandi geni letterari d’America” e dallo scrittore Ben Marcus “uno dei più importanti inventori della nostra lingua”. Già questo basterebbe a convincerci che, se non conosciamo Coover, sarebbe il caso di colmare la lacuna. Se però servisse un’ulteriore motivazione, ve la forniamo subito: sulla quarta di copertina spicca in grassetto la scritta 30 racconti per 30 traduttori. Quello che vi presentiamo oggi è un esperimento, e a ispirarlo, come racconta Serena Daniele nella postfazione intitolata La passeggiata del funambolo, è stata nientemeno che la traduttrice Susanna Basso.

Rendere le sfaccettature di un autore

Brevemente, i 30 racconti selezionati coprono 50 anni della carriera di Coover, che è nato nel 1932 ed è ancora in vita: si parte dal primo, Il fratello [The brother], pubblicato nel 1962 e tradotto da Matteo Colombo, e si finisce con L’invasione dei marziani [Invasion of the martians] pubblicato nel 2016 e tradotto da Silvia Castoldi. Considerato che parliamo di un arco temporale piuttosto ampio, e che, in mezzo secolo di produzione, lo stile di un autore può mutare perché a mutare sono il mondo e la società da cui egli trae ispirazione, la scelta di affidare la traduzione di ogni racconto a una penna diversa “per rendere tutta questa ricchezza” ha il suo perché. Quale sia questa ricchezza lo spiega Daniele stessa: “Ogni racconto della raccolta possiede una qualità letteraria del tutto autonoma, una molteplicità di voci e di stili che spazia in ogni genere letterario, che trabocca di riferimenti culturali e usa con disinvoltura linguaggi diversissimi fra loro.”

Coover alterna racconti senza punteggiatura ad altri composti da tanti e brevi paragrafi, questi ultimi a volte anche numerati, e questo ci fa capire che, oltre a essere eterogeneo nello stile di scrittura, lo è anche nella forma.

I giochi (narrativi) di Coover

Il racconto che dà il titolo al volume, La babysitter [The babysitter] è del 1969 ed è stato affidato alla traduzione di Luca Briasco, editor di narrativa straniera per Minimum Fax e traduttore, fra gli altri, di Stephen King. Il presupposto della storia è quanto di più banale uno scrittore possa concepire: due genitori devono andare a casa di amici, perciò attendono che arrivi la babysitter dei loro due figli per uscire. Lei arriva, loro escono. A serata conclusa, i due tornano a casa. Punto. Siccome, però, Coover non è banale per niente, nel corso del racconto fa succedere cose e… non le fa succedere.

In altre parole, propone più varianti dello stesso scenario, come in un libro-game in cui puoi scegliere tu come far proseguire la storia, solo che in questo caso non siamo noi lettori a deciderlo, ma è lui a “imporci” probabili sviluppi, raccontandoceli dal punto di vista di ognuno dei protagonisti. Ed ecco come ti trasformo una serata ordinaria in una sorta di delirio narrativo.

Il bello è che, nel corso della lettura, ci vuole un po’ per capire che cosa diamine sta succedendo: fino a un certo punto fila tutto, ma poi inizi a non raccapezzarti più; il senso di smarrimento si fa sempre più forte, e allora qualcosa inizi a sospettare, ed è a quel punto che ti rendi conto che Coover ti sta coinvolgendo in un gioco letterario in cui la confusione regna sovrana ed è difficile distinguere i fatti dalla finzione. Per citare un interessante articolo che abbiamo letto di recente per approfondire, “The Babysitter”: A Critique of the Modern Relationship with Television, a un certo punto non siamo più in grado di capire qualcosa di molto semplice, come ad esempio “chi [tra questi due benedetti bambini, aggiungiamo noi] ha fatto il bagno e chi non l’ha fatto”.

Non osiamo immaginare quanta attenzione abbia dovuto mettere il traduttore per non perdersi a propria volta, considerato che tanti paragrafi iniziano senza specificare chi sia il soggetto, e bisogna quindi restare concentrati, per dedurlo. Vi lasciamo qui il pdf del racconto in lingua originale, in modo che possiate farvi un’idea dello stile. Il finale, assurdo e cinico, è la ciliegina sulla torta.

Altri racconti degni di nota, almeno secondo noi, sono il già citato Il fratello, una rivisitazione del diluvio universale biblico; La cosa nuova [The new thing, 1994], un esercizio letterario in cui Coover riesce a non dire mai che cos’è questa cosa nuova (geniale); Una sera a letto [In bed one night, 1980], un racconto privo di punteggiatura in cui un letto diventa una sorta di micromondo in cui si avvicendano personaggi diversi e accade di tutto. E a proposito di letto: La babysitter e altri racconti non è una lettura semplice, da fare prima di coricarsi. Vi richiederà un certo sforzo, e forse a più riprese penserete di mollare, ma il consiglio è quello di provare a non cedere, perché, se scatterà qualcosa come è successo a noi, poi di Coover vorrete leggere tutto.