Oggi si festeggia L’Ada Lovelace Day, un evento internazionale che celebra le donne e i loro risultati nelle STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Si tratta di una festa nata in Inghilterra nel 2009 ad opera di Suw Charman-Anderson.
Ma chi era Ada Lovelace e perché abbiamo deciso di celebrarla anche noi?
Ada Lovelace nacque a Londra il 10 dicembre 1815: suo padre, George Byron (poeta e politico), abbandonò presto la famiglia. Ada crebbe così con la madre, Anne Isabella Millbanke, matematica e austera donna di fede. La nostra giovane protagonista venne educata nel rigore e, pur non potendosi iscrivere all’università, dedicò la sua vita allo studio, soprattutto della matematica. Era dotata di grande immaginazione e ambizione, tanto che da giovanissima studiava il modo di costruire cavalli mossi dal vapore e capaci di volare.
A diciassette anni Ada incontrò a una festa Charles Babbage, un famoso scienziato dell’epoca, che mostrò agli invitati la macchina differenziale alla quale stava lavorando, uno strumento meccanico capace di risolvere ogni tipo di funzione polinomiale sfruttando il metodo delle differenze finite. Nonostante la giovane età della ragazza, Babbage fu così colpito dalla sua intelligenza da soprannominarla l’“Incantatrice di numeri” e da avviare con lei una vera e propria collaborazione a distanza.
Nel 1847 Babbage presentò il suo nuovo progetto, la macchina analitica che si basava su un sistema di schede perforate capace di svolgere qualsiasi operazione di calcolo. Ada non solo collaborava attivamente al progetto, ma traduceva anche gli articoli di Babbage in altre lingue.
E se vi dicessimo che fu proprio la sua attività secondaria di traduzione a far passare Ada Lovelace alla storia?
Dopo la presentazione del progetto della macchina analitica a Torino, nel 1842, l’ingegnere Luigi Federico Menabrea scrisse un articolo in francese sul suo funzionamento. Ada, che aveva una perfetta padronanza del francese e un’ottima capacità espressiva in inglese, forse ereditata dal padre, decise di tradurlo. Baggage le chiese perché non scrivesse un articolo di suo pugno, invece di tradurre quello di Menabrea, considerate le conoscenze approfondite che aveva sulla macchina analitica. Ada, forse consapevole che la comunità scientifica non avrebbe accolto allo stesso modo un articolo scritto da una donna, optò per procedere con la traduzione che però corredò con una serie di note che superavano di tre volte la lunghezza del memoir originale. Il risultato fu una raccolta di intuizioni illuminanti sullo scopo della macchina che secondo Ada avrebbe potuto elaborare informazioni non solo numeriche, partendo dal presupposto che i numeri sono simboli.
Ma fu la “Nota G” la vera rivoluzione. In quest’ultima infatti Ada si superò e scrisse una sequenza di comandi necessari perché la macchina analitica potesse calcolare i numeri di Bernoulli, una serie numerica fondamentale per la risoluzione di diversi problemi. Ada Lovelace scrisse di fatto il primo algoritmo informatico della storia.
Molti pensano che il computer sia stato inventato da Turing durante la seconda guerra mondiale, ma forse pochi sanno che proprio mentre lavorava al suo progetto, Turing leggeva il lavoro di Ada Lovelace.
Mai dare per scontate le Note del Traduttore, possono celare piccole gemme.
Se vi abbiamo incuriosito, ecco alcuni link per approfondire la storia di Ada e della macchina analitica.
https://aulascienze.scuola.zanichelli.it/ieri-oggi-scienza/ada-lovelace-e-il-primo-algoritmo/
https://www.focus.it/scienza/scienze/doodle-ada-lovelace-software-algoritmi-matematica-babbage
https://www.spreaker.com/user/storielibere.fm/f-kinggenius-ep10-b-l-mixfinale
http://www.maecla.it/Matematica/Internet_e_l_algoritmo_di_Ada_Byron.pdf