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Terminologia e glossari

Se frequentate un corso di studi in Traduzione e Interpretazione è probabile che stiate seguendo anche lezioni dedicate alla terminologia e che, oltre a tradurre, vi venga chiesto di creare glossari su un determinato settore. Se però non è il vostro caso e l’argomento vi interessa, allora oggi abbiamo il libro giusto per voi, Cos’è la terminologia e come si fa un glossario di Hellmut Riediger, docente di mediazione linguistica e traduzione, ricerca documentale, terminologia e tecnologie per la traduzione presso la Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli di Milano.

 

Più ci evolviamo, più diamo nuovi nomi alle cose

Il volume, che ha come sottotitolo Manuale di ricerca e gestione terminologica – Cercare, tradurre e usare parole e termini, è la versione aggiornata e ampliata della prima pubblicazione, che risale a diversi anni fa.

La premessa del manuale è che le conoscenze a nostra disposizione evolvono in tempi sempre più rapidi, perciò “per denominare oggetti, prodotti, fatti e concetti astratti nascono sempre nuovi termini specialistici”. E dal momento che tradurre per mestiere non ci rende automaticamente edotti su qualsiasi cosa, gran parte del nostro lavoro consiste nel documentarci e fare ricerca per trovare il termine e l’espressione più adatti al contesto. Dopo aver chiarito che cos’è e a che cosa serve la terminologia e aver delineato le differenze tra questa e la lessicologia, oltre che tra lessico di base, lessico colto e lessico specialistico (voi la sapreste spiegare?) l’autore introduce il discorso della normazione terminologica, dà la definizione di termine e illustra in concreto com’è fatta una scheda terminologica. Se ci occupiamo di traduzione tecnica, la ricerca di cui parlavamo poco sopra porterà alla creazione di elenchi in cui, a fianco del termine in lingua originale, comparirà il suo contesto d’uso e magari la fonte da cui l’abbiamo estratto, e, allo stesso modo, comparirà il termine tradotto verso la lingua di arrivo, il suo contesto d’uso e la fonte. I professionisti della terminologia si spingono oltre, e includono molti altri campi, di carattere sia concettuale sia linguistico, come:

 

  • dominio, cioè il settore a cui appartiene il termine.
  • sottodominio, cioè un “sottosettore” (Riediger fa l’esempio di “disturbo borderline”, che potrebbe finire nel sottodominio “psichiatria e psicologia” del dominio “scienze mediche e biologiche”).
  • termine, che può essere semplice o composto.
  • indicativo grammaticale (sostantivo, aggettivo, avverbio, verbo).
  • fonte termine, cioè la fonte da cui il termine è stato estratto.
  • grado di affidabilità, che indica il grado di attendibilità della fonte; all’interno del volume trovate anche una scala di punti per orientarvi nella valutazione dell’attendibilità.
  • varianti, cioè termini “che pur avendo lo stesso valore semantico si discostano dal termine principale nella grafia e nell’ortografia” (ad esempio “art.” per “articolo”).
  • status, che offre un’indicazione sul fatto che il termine sia stato o meno convalidato, oppure sia da verificare o sia stato eliminato.
  • definizione, elemento che giustamente Riediger ritiene fondamentale all’interno di una scheda terminologica; in questo punto l’autore spiega quali caratteristiche dovrebbe avere una definizione e quali non dovrebbe avere. Ad esempio, non dovrebbe essere “circolare”: se cerco straripante sul dizionario e come definizione trovo “che straripa”, non ho ottenuto l’informazione che cercavo. La definizione giusta dovrebbe essere “riempito oltre misura”.
  • fonte definizione, cioè la fonte da cui è stata presa la definizione.
  • illustrazione o collegamento ipertestuale, cioè un’immagine o una url che rimanda a un file audio o video.

 

L’elenco è ancora lungo, quindi lo lasciamo scoprire a voi, altrimenti spoileriamo e non vogliamo che il professor Riediger si arrabbi con noi. 🙂

 

Le banche dati che non ti aspetti

In definitiva il manuale contiene tantissime informazioni interessanti e molto utili per chi traduce, come consigli su dove raccogliere i termini, su come eseguire ricerche terminologiche puntuali e su come usare i motori di ricerca utilizzando i cosiddetti operatori booleani, cioè congiunzioni che, combinate in maniera ragionata, permettono di affinare la ricerca (AND, OR, NOT). Troverete anche una sorta di “passo a passo” in cui l’autore spiega come eseguire una prima ricerca su un argomento particolare.

Vi lasciamo con quella che secondo noi è la sezione più “sfiziosa” del volume, intitolata Banche dati terminologiche, in cui sono elencate alcune delle principali banche dati create e gestite da grandi organismi nazionali e sovranazionali. Oltre al conosciutissimo IATE, è presente ad esempio Agrovoc, tesauro multilingue della FAO, di cui sinceramente ignoravamo l’esistenza. Riediger ci informa che il tesauro è stato “realizzato agli inizi degli anni ’80 in formato cartaceo” e che “dal 2000 è diventato un database liberamente consultabile online”. Che cosa ci troviamo? “Concetti organizzati gerarchicamente e suddivisi in sottodomini, disponibili in 21 lingue, con circa 20.000 termini per lingua”. Interessantissimo, soprattutto per chi ha bisogno di aggiornare il proprio CV in una lingua straniera, è DISCO (European Dictionary of Skills and Competences), che è “disponibile in 11 lingue, contiene più di 104.000 termini e oltre 36.000 frasi di uso comune grazie alle quali diventa possibile aggiornare il proprio profilo professionale e lavorativo”.

Non mancheranno poi altri esempi e trucchi, una lista di letture consigliate e di siti utili.

Il libro è disponibile solo su Amazon al costo di 3.90€ in formato Kindle e di 9.78 € in formato cartaceo. Se avete un abbonamento Kindle Unlimited, potrete leggerlo gratuitamente.