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Linguaggi controllati – Italiano Tecnico Semplificato

Durante l’incontro del Circolo PickWip di gennaio, la nostra ospite, Silvia Barra, ci ha parlato del suo interesse per i linguaggi controllati. Siccome siamo curiose come scimmie, abbiamo deciso di approfondire l’argomento e, durante le nostre ricerche, siamo atterrate sul sito https://www.italianotecnicosemplificato.it/ dal quale è acquistabile il manuale ITS® – Italiano Tecnico Semplificato a cura di Ilaria Gobbi. Ed eccoci qui a parlarvene.

Vedremo insieme:

  • Una panoramica sui linguaggi controllati
  • Il Simplified Technical English (STE): il linguaggio controllato più diffuso
  • L’Italiano Tecnico Semplificato (ITS): un alleato per una comunicazione tecnica efficace.

 

PANORAMICA SUI LINGUAGGI CONTROLLATI

Ma che cosa sono i linguaggi controllati?

I linguaggi controllati sono lingue naturali che gestiscono un “numero ristretto di regole sintattico-stilistiche e di vocaboli, appartenenti al proprio sistema linguistico, all’interno di testi prescrittivi votati all’univocità dei segni”. In sostanza, si dicono “semplificati” perché a un significante corrisponde un solo significato e il testo è scritto prediligendo espressioni semplici e chiare per migliorarne la leggibilità, consentendo di concentrarsi solo sul contenuto.

Questo tipo di linguaggio si applica in particolare a testi che hanno lo scopo di comunicare istruzioni, obblighi o divieti e regolamentare comportamenti, presenti o futuri. Si tratta quindi di documenti che contengono non soltanto termini tecnici, ma anche strutture ripetitive e passaggi informativi e procedurali. Sono considerati testi prescrittivi leggi, statuti, regolamenti, manuali di istruzioni, regole di gioco e ricette di cucina.

Qual è lo scopo dei linguaggi controllati?

Vi riportiamo di seguito l’elenco tratto proprio dal manuale ITS® – Italiano Tecnico Semplificato:

  • ridurre ogni tipo di ambiguità,
  • migliorare l’espressione del linguaggio tecnico, soprattutto di testi prescrittivi,
  • favorire la comprensione per l’utente umano e per l’utente macchina,
  • sfruttare al meglio le traduzioni assistite e meccaniche, con conseguente riduzione di tempi e costi.

 

Citando Ilaria Gobbi, il linguaggio controllato “è una tecnica di traduzione per una traduzione tecnica” perché nel technical writing bisogna passare da un linguaggio “non controllato” a quello controllato dello stesso sistema linguistico, mentre nella traduzione tecnica si passa dal linguaggio “non controllato” a quello controllato dello stesso testo di due diversi sistemi linguistici. Facendo affidamento su strutture linguistiche standardizzate e ripetitive, questa operazione diventa molto più rapida ed efficace. In particolare, per quanto riguarda la traduzione, se tutte le persone che lavorano allo stesso progetto seguono le stesse direttive stilistiche e adottano lo stesso dizionario controllato, sarà più semplice coordinarle e garantire un risultato più coerente e uniforme. Inoltre, nel caso del post-editing, se il pre-tradotto è frutto di una traduzione automatica che si basa su memorie che contengono testi redatti secondo le regole del linguaggio controllato, il lavoro dovrebbe essere più veloce e preciso.

Poiché ogni lingua è diversa, esistono diversi linguaggi controllati, ognuno con caratteristiche specifiche. Citiamo ad esempio il Français Rationalisé, l’ Español Técnico Simplificado, il Boeing Technical English (BTE) o il Simplified Technical English (STE). Per un elenco esauriente e approfondito vi invitiamo a consultare queste slide di Ilaria Gobbi nelle quali vengono illustrate le differenze principali tra i diversi linguaggi controllati, che però hanno tutti due caratteristiche comuni: sintassi semplificata e lessico limitato

 

SIMPLIFIED TECHICAL ENGLISH (STE): IL LINGUAGGIO CONTROLLATO PIÙ DIFFUSO

Tra i linguaggi che abbiamo citato, vale la pena approfondire la specifica ASD-STE100 e il Simplified Technical English (STE).

Il copyright della specifica internazionale ADS-STE100 è detenuto dalla Aerospace, Security and Defence Industries Association of Europe (ASD, www.asd-europe.org) e la specifica viene gestita e distribuita gratuitamente dall’ASD Simplified Technical English Maintenance Group (STEMG, www.asd-ste100.org) sul cui sito si può richiedere l’ultima versione (Issue 8).

Il Simplified Technical English (STE) è stato sviluppato agli inizi degli anni ’80 nel settore aerospaziale, con la denominazione AECMA Simplified English, per agevolare la comprensione di istruzioni e di manuali di manutenzione in lingua inglese per il personale non madrelingua. Questo linguaggio si basa su regole di scrittura che riguardano aspetti grammaticali e stilistici e un dizionario limitato di termini con significato univoco, selezionati perché facili da comprendere e riconoscere. Oltre ai vocaboli approvati del dizionario è consentito l’uso di termini specifici di un’azienda o di un determinato progetto. Sebbene sia stato sviluppato per l’aereonautica, oggi il Simplified Technical English viene adottato in molti altri settori come quello energetico, delle telecomunicazioni o dei dispositivi medicali, ma anche nel mondo accademico e della traduzione. In Italia, l’ente autorizzato a rilasciare una formazione certificata è l’università telematica internazionale Uninettuno.

Ma vediamo alcuni esempi di frasi “tradotte” in STE tratti dall’ultima versione della specifica:

Non-STE STE
Wear protective clothing. Use (or put on) protective clothing.
Oil the steel surfaces Apply oil to the steel surfaces
The temperature must be adjusted Adjust the temperature

Nel primo esempio, la parola “wear” è approvata nel dizionario come verbo, ma con il significato di usurarsi con l’attrito (“to become damaged by friction”), quindi, per evitare ambiguità, nel Simplified Technical English si consiglia di adottare il verbo “use” (o in alternativa “put on”).

Nel secondo caso, “oil” è un termine tecnico il cui uso è approvato soltanto come sostantivo o aggettivo, perciò non può essere impiegato come verbo e sarà necessario adottare la perifrasi “apply oil”.

Infine, il terzo è un esempio di sintassi semplificata. Laddove possibile, la specifica suggerisce di preferire forme attive invece di strutture verbali complesse che contemplino, ad esempio, forme passive o l’uso di verbi modali.

 

L’ITALIANO TECNICO SEMPLIFICATO: UN ALLEATO PER UNA COMUNICAZIONE TECNICA EFFICACE

Di impianto simile allo STE, l’Italiano Tecnico Semplificato (ITS) è un progetto della COM&TEC (Associazione italiana per la comunicazione tecnica) basato su un corpus di testi prescrittivi della raccolta privata degli associati. Anche il manuale dell’ITS si divide in due sezioni: una riservata alle istruzioni linguistiche (circa 50 regole stilistiche e sintattiche della lingua italiana) e una dedicata al dizionario di base ITS (circa 1000 lemmi). Prima di illustrare le istruzioni linguistiche, nell’introduzione del libro si analizzano le tre parti funzionali di un testo prescrittivo: informativa, istruttiva e normativa.

1) Parte informativa: sezione del testo che fornisce le informazioni propedeutiche alla comprensione delle istruzioni vere e proprie.

2) Parte istruttiva: nucleo del documento che illustra le procedure da eseguire.

3) Parte normativa: sezione in cui vengono elencate le condizioni da rispettare per evitare danni gravi alla salute del personale o alla sicurezza del dispositivo o del ciclo produttivo.

Ognuna di queste parti contemplerà frasi di tipo descrittivo, istituzionale e normativo che l’Italiano tecnico semplificato consente di rendere in modo chiaro e facilmente comprensibile per un pubblico ampio. Lo scopo principale di un testo redatto, o tradotto, in ITS è l’intelligibilità, ossia non deve essere soltanto letto, ma anche compreso nel minor tempo e con il minor sforzo possibili.

L’informazione deve quindi essere veicolata secondo i seguenti principi base:

Per raggiungere questo scopo, nel manuale viene suggerito di pianificare i contenuti, organizzarli secondo un indice preliminare e creare glossari e schede terminologiche dedicate. L’ITS si può infatti integrare con risorse terminologiche, direttive, guide di stile specifiche per un determinato settore o cliente.

Ma veniamo alle istruzioni linguistiche vere e proprie, che sono molte e dettagliate. La prima regola consiste nell’adozione del dizionario ITS, nel quale a ogni parola viene dato un significato univoco, evitando quindi di adottare sinonimi non approvati per esprimere lo stesso concetto. Bisogna poi spiegare sigle e acronimi, adottare il più possibile parole italiane e articoli e preposizioni per rendere le frasi più chiare. Per quanto riguarda l’uso dei verbi, l’ITS suggerisce, ad esempio, di usare verbi precisi invece di espressioni sostantivali, prediligere forme attive a quelle passive e usare soltanto tempi e modi ammessi.

A livello sintattico, le frasi devono essere brevi, precise e comprensibili, un periodo deve contenere una sola informazione e una sola istruzione e i concetti complessi devono essere espressi in elenchi verticali. Occorre usare al massimo 30 parole nei segmenti descrittivi e 25 in quelli istruttivi. La punteggiatura deve essere utilizzata secondo un criterio logico-sintattico, e così via.

Per rendere meglio l’idea, anche in questo caso riportiamo alcuni esempi tratti dalla sezione del libro dedicata ai messaggi di sicurezza:

Non-ITS ITS
-PRECAUZIONI

– PRESCRIZIONI

– AMMONIMENTI, CAUTELA

– CONSIGLI, SUGGERIMENTI

– NOTIZIE

– NOTA BENE

– PERICOLO

– AVVERTIMENTO

– ATTENZIONE

– AVVISO

– ISTRUZIONE DI SICUREZZA o DI SALVATAGGIO

– NOTA

ATTENZIONE:

Pericolo di cadute oggetti.

Indossare calzature di sicurezza durante le operazioni di movimentazione e installazione delle stazioni.

Pericolo di folgorazione. Non gettare acqua o liquidi sul quadro elettrico o sul pannello di comando. In caso di incendio utilizzare soltanto estintori di Co2.

ATTENZIONE:

Pericolo di cadute oggetti. Indossare calzature di sicurezza durante le operazioni di movimentazione e installazione delle stazioni.

ATTENZIONE:

Pericolo di folgorazione. Non gettare acqua o liquidi sul quadro elettrico o sul pannello di comando. In caso di incendio utilizzare soltanto estintori di Co2.

Dopo aver regolato il rullo, regolare l’altezza da terra delle slitte. Portare all’altezza specifica prima il rullo e poi le slitte.

I messaggi di sicurezza sono frasi o periodi che contengono un’istruzione che avvisa chi legge di pericoli, divieti, avvertimenti, prescrizioni, salvataggio, attrezzature antincendio o segnali gestuali. Si tratta di messaggi standardizzati a livello internazionale e classificati in base a una scala del rischio, dal più grave al più lieve, come illustrato nel primo esempio. Ogni messaggio di sicurezza è formato da una parola-monito codificata che indica il livello di rischio ed è abbinata a immagini e colori di riferimento, il messaggio vero e proprio, che descrive il pericolo e l’istruzione per evitarlo e che, a sua volta, è suddiviso in titolo e testo.

Nel secondo esempio viene mostrato come organizzare il contenuto in base alle parole-monito, che vanno ripetute per ogni messaggio ad esse correlato, scritte in maiuscolo e seguite dai due punti.

Infine, nell’ultima riga della tabella, potete vedere un esempio di come scrivere un messaggio conciso che evidenzi i dati importanti secondo un ordine logico-temporale.

Come avrete intuito, le istruzioni contenute nel libro sono molto dettagliate e richiedono non soltanto studio, ma anche pratica. Se vi abbiamo incuriosito e volte approfondire, vi segnaliamo il percorso online di formazione certificato tenuto da COM&TEC e aperto anche a persone non socie.