La traduzione e il femminismo appaiono a prima vista come due discipline che si occupano di argomenti e cause ben distinti. Se da un lato la traduzione ha l’obiettivo di rendere i testi idiomatici nel passaggio da una lingua a un’altra, dall’altro il femminismo si è sempre battuto per il raggiungimento di pari diritti per tutti gli esseri umani, a partire da quelli delle donne. La traduzione femminista si sviluppa all’interno del contesto canadese, in particolare in Québec, dove numerose teoriche della traduzione e scrittrici femministe si influenzano a vicenda per dare vita a questa nuova disciplina, una disciplina che non è relegata esclusivamente al campo artistico, ma possiede un ruolo fondamentale all’interno della società.
Partendo dalla tesi presentata a conclusione del Corso di Laurea Magistrale in Letterature euroamericane, traduzione e critica letteraria dell’Università di Trento, Anna Meggiolan porrà l’attenzione su Nicole Brossard, figura cardine dell’écriture au féminin intesa come pratica di scrittura volta alla valorizzazione della figura femminile nel linguaggio e nel contenuto . La carriera artistica di Brossard è infatti profondamente influenzata dalle battaglie femministe che la stessa conduce. Questa forma intima di engagement è visibile nel romanzo metaletterario Le Désert mauve, che, oltre a sovvertire i canoni stilistici vigenti, tratta la traduzione come uno dei temi principali. Alla luce di questo legame con la traduzione è stata sviluppata un’analisi delle strategie impiegate dalla traduttrice italiana del romanzo, Elena Basile, per comprendere il ruolo che la traduzione femminista ha all’interno del contesto italiano.
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