Come sapete ci piace parlarvi di libri e soprattutto delle persone e degli eventi che ruotano intorno ai libri e oggi, nella nostra rubrica #equiLIBRIsmi, abbiamo deciso di ospitare Antonia Mattiello, traduttrice e insegnante di inglese che, come lei stessa spiega nella bio del suo profilo Instagram, “scrive e parla di cibo”. E che, da oggi, è anche docente di un corso che ha stuzzicato la nostra curiosità, motivo per cui abbiamo voluto intervistarla per saperne di più.
Ciao Antonia e grazie per aver accettato di essere equiLIBRIsta per un giorno! Da venerdì 9 ottobre a Padova terrai un corso che unisce il piacere della lettura al miglioramento del proprio livello di inglese. Ti va di spiegarci come si articolano le lezioni e come ti è venuta l’idea di questa formula?
Ogni appuntamento del corso English Lovers Bookclub sarà un incontro di lettura e apprendimento a partire dai libri, i mondi che raccontano e la vita di chi li ha scritti. I testi saranno il trait d’union e grazie a essi inizieremo la conversazione e lo scambio di idee in inglese, ci focalizzeremo sui vocaboli e le espressioni più interessanti e i brani ci serviranno anche per ripassare alcune regole grammaticali. Tutto in un contesto informale, più libero e fluido di una consueta classe di inglese.
L’idea è nata alcuni mesi fa, quando ho iniziato a sentire l’esigenza non solo mia ma anche dei/delle partecipanti ai miei corsi di una proposta meno tradizionale. Mi occupo di formazione con studenti adulti da nove anni e l’ostacolo più grande non sono tanto i contenuti ma la costanza e la motivazione. In più i corsi di lingua standard puntano molto alla classificazione per livelli e al raggiungimento di competenze specifiche, cosa che può essere utile e motivante per alcuni/e, ma non per tutti/e. Così sono partita dalla mia esperienza, ho individuato l’origine del mio amore per le lingue. Nel mio caso la spinta è arrivata dai libri e dalla musica. Che il motore motivante sia la libertà di viaggiare, la possibilità di comunicare con chi non parla la nostra lingua, vedere un film o una serie TV sentendo la voce vera degli attori, cantare una canzone sapendo quel che stiamo dicendo o leggere un libro com’era stato scritto in origine, la lingua non è mai un punto di arrivo, ma è sempre uno strumento, un veicolo che ci porta in posti e situazioni diversi da quelli in cui solitamente ci troviamo. Ed è anche uno mezzo che ci permette di amare i libri, di accedere alle storie che raccontano in modo più autentico, di confrontarci con i suoni di un idioma e con i giochi di parole.
L’Italia non è un paese per lettori in lingua originale. Condividi questa affermazione o pensi che sia riduttiva? È proprio vero che leggere in altre lingue non fa per noi?
Anche se forse leggere un libro in lingua originale può risultare per diversi aspetti più impegnativo, non credo che il problema si limiti ai lettori di opere in lingua originale. In Italia si legge poco, è risaputo. Secondo gli ultimi dati Istat l’Italia si posiziona ancora in fondo alla classifica per numero di lettori, anche se in timido aumento. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, tra gli italiani che leggono di più ci sono i bambini e gli adolescenti, e questo mi dà molta speranza. In generale, manca la cultura di saper apprezzare e voler accedere ai libri non ancora tradotti. La stessa tendenza la riscontriamo con i film, anche se Netflix e altre piattaforme simili negli ultimi anni hanno sdoganato l’abitudine di guardare un film o una serie con i sottotitoli. Credo sia una questione che va molto più in là della “pigrizia”. Il ruolo delle istituzioni e degli insegnanti è fondamentale per stimolare a leggere e farla diventare un’attività del nostro quotidiano. Nel mio piccolo cerco di fare la mia parte in classe, ma non solo. E spero che chi frequenterà English Lovers Bookclub possa scoprire il piacere di un’opera letta in lingua originale e stimoli chiunque a leggere di più.
Con quale criterio hai scelto i libri per il corso?
Per prima cosa ho deciso di selezionare brani con un livello di lingua adeguato, né troppo semplice né troppo complesso per partecipanti con un livello d’inglese intermedio. È fondamentale confrontarsi con un testo “accessibile”, soprattutto per chi è alle prime armi, in modo da godere di un’esperienza quanto più piacevole e positiva. Il secondo fattore fondamentale sono stati i contenuti: ho scelto, infatti, passaggi che fossero significativi per i temi trattati e quindi un’occasione per stimolare le persone a riflettere e scambiare opinioni in lingua, e brani che contenessero focus linguistici (non solo grammaticali, ma anche fraseologici). Infine, anche la scelta degli autori e delle autrici non è stata lasciata al caso: ho cercato personalità con un vissuto interessante e ho cercato di proporre un ventaglio quanto più inclusivo e diversificato di scrittori e scrittrici.
Visto che sei una traduttrice specializzata in testi gastronomici, hai inserito nella lista anche letture a tema cibo?
Sì, certo, non ho potuto fare a meno di inserire dei brani che trovo preziosi per come raccontano il cibo, o meglio, le esperienze e la vita legate al cibo. Ho preferito però non attingere da opere ormai comunemente etichettate come libri di food-writing. Da lettrice amo trovare “squarci gastronomici” in tutti i libri che leggo, il momento inaspettato in cui la storia si arricchisce di una scena che si svolge attorno a una tavola, una sbirciata nel carrello della spesa, la descrizione di un pasto frugale o un’evento speciale con banchetto luculliano. Scrivere che cosa mangia un personaggio spesso serve a raccontare l’esistenza di una persona, la sua condizione economica, la sua cultura, le sue origini o più semplicemente dei tratti del suo carattere.
In futuro hai in programma di offrire il corso anche online?
Proprio in questi giorni sto definendo le date per l’edizione online di English Lovers Bookclub che si terrà questo inverno. A breve comunicherò le date sul mio sito e sul mio profilo IG, quindi… stay tuned!